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venerdì 26 agosto 2011

Le 10 questioni fondamentali di Olga Micol *

LA LOTTA ALLO STIGMA
Stigma e pregiudizio sono figli dell’ignoranza, si può combatterli se la società tutta saprà affrontare le questioni della salute mentale con la dovuta consapevolezza e responsabilità. Ognuno, per la sua parte, con strumenti formativi e informativi, può favorire la cultura dell’accoglienza, della comprensione e della solidarietà. LA PRESA IN CURA E IL DIRITTO ALLA SPERANZA DI GUARIGIONE:Partendo dalla qualificazione dei servizi per la salute mentale (centralità del territorio con i centri di salute mentale operanti nelle 24 ore 7 giorni su 7) e degli stili operativi, con la partecipazione attiva degli utenti e dei ‘carers’.Si può e si deve curare senza abbandonare né mortificare.



IL DIRITTO AL CONSENSO INFORMATO
Gli utenti devono conoscere i vari percorsi che la salute mentale può offrire loro e hanno diritto di esprimere un consenso libero e informato prima di qualunque intervento, anche farmacologico. Tutti devono essere messi in grado di esercitare il proprio diritto anche quando non sono nelle condizioni di farlo.

IL DIVIETO DELLA CONTENZIONE E IL CONTROLLO DELL’ABUSO FARMACOLOGICO
Nella maggioranza dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura si legano le persone, si tengono le porte chiuse a chiave, si fa un uso massiccio di psicofarmaci come unica risposta alla complessità della sofferenza e dei bisogni che le persone esprimono.
La contenzione è violazione esplicita dei diritti umani in quanto azione lesiva della libertà e della dignità della persona.Fare a meno delle contenzioni e tenere le porte aperte nei luoghi di cura dovrebbe essere riconosciuto un obiettivo di qualità dei servizi.

I TRATTAMENTI SANITARI OBBIGATORI (T.S.O.)
Non costituiscono la norma e quando strettamente necessari, devono essere attivati nel pieno rispetto della procedura indicata dalla Legge e nel rispetto della dignità della persona; trattandosi di un atto medico, devono essere gestiti da personale sanitario.
Qualunque abuso deve essere perseguito penalmente.

LA RESIDENZIALITA’ NELLA SALUTE MENTALE.
Va condotta una serie e urgente indagine conoscitiva su tutte le strutture che accolgono persone con sofferenza mentale e sulla forzata e prolungata istituzionalizzazione. Quando necessario, le persone devono poter sperimentare un percorso di cura e di ripresa in una struttura residenziale che abbia le caratteristiche di una civile abitazione, in piccoli gruppi di convivenza, a diversa intensità di assistenza sulla base dei bisogni individuali. Si devono prevedere inoltre progetti personalizzati di “abitare assistito”.

LA FORMAZIONE DEL PERSONALE.
Nel rispetto delle indicazioni contenute nel Piano d’Azione sulla salute mentale per l’Europa (emanato dalla Conferenza di Helsinky), occorre “disporre di una forza lavoro competente ed efficace”. Il sapere trasmesso nei luoghi della formazione ha continuato a rifarsi pressoché esclusivamente ad una cultura biologista, non dà informazioni sulle culture della psichiatria di comunità e non riconosce loro cittadinanza scientifica. Impostazioni rigide ignorano l’importanza della dimensione sanitaria, sociale e antropologica nel disturbo mentale.

IL DEFINITIVO SUPERAMENTO DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
Il passaggio in corso della sanità penitenziaria al servizio sanitario nazionale conferisce, alle Regioni e ai Dipartimenti di Salute Mentale,una funzione e una responsabilità fondamentali nel trattamento dei pazienti psichiatrici autori di reato, consentendo così, finalmente, di poter fare a meno degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Riteniamo che questo sia un obiettivo di straordinaria importanza e che si possa realizzare senza andare a ricostruire luoghi dove la cura sia associata alla custodia.
IL SOSTEGNO ALL’IMPRESA SOCIALE.
Va potenziato il sostegno alle imprese sociali che operano territorialmente in accordo con i Dipartimenti di Salute Mentale che, più di altri, possono facilitare i percorsi di ripresa ed emancipazione sociale delle persone con sofferenza mentale, con particolare riferimento alle cooperative di tipo b, che si occupano di inserimento lavorativo.
L’INTERDIZIONE, L’INABILITAZIONE E L’AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO
Si sottolinea l’urgenza di procedere all’abrogazione della legge sull’Interdizione e Inabilitazione e al rafforzamento dell’amministrazione di sostegno che deve mantenere un carattere temporaneo.


*E’ il manifesto-appello presentato a Roma dall’Unasam (Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale), insieme ad altre 15 associazioni: ANPIS, Associazione Persona e Danno, Arci, Cgil, Cgil Funzione pubblica, Cittadinanzattiva, CNCA, Coordinamento Ligure Utenti, FISH, Fondazione Don Luigi Di Liegro, Fondazione Franco Basaglia, Forum Salute Mentale nazionale, Le Parole Ritrovate, Medicina Democratica, Psichiatria Democratica Rete Toscana degli Utenti e UNASAM .
Pubblicato in: Settima Assemblea di Sangiorgio di Nogaro 22 Maggio, 2008

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