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venerdì 26 agosto 2011

Il 'mestiere' di genitore a cura di Daniela Fierro e Antonio d'Amore, Psicologi


   
Con il termine parenting gli anglosassoni definiscono l’insieme delle competenze necessarie per prendersi cura del proprio figlio dall’infanzia all’età adulta promuovendone lo sviluppo fisico, emotivo, intellettivo e sociale. Nel nostro paese più semplicemente parliamo di "mestiere" di genitore. Che lo si chiami parenting oppure "mestiere" di fatto il ruolo di genitore è forse uno dei più difficili da interpretare, perché non si può apprendere sui libri di scuola in quanto non esistono regole universali su come prendersi cura dei propri figli. Ogni genitore interpreta il ruolo in modo del tutto soggettivo; sono la storia individuale e familiare, l’educazione ricevuta e le diverse esperienze a determinare le differenze nelle competenze genitoriali.
L’approccio dei genitori, dunque, è estremamente diverso: diversi sono gli atteggiamenti, le credenze e le abitudini di base; diversa la qualità e la quantità di tempo trascorso con i figli, il modo d’interagire e di dialogare; diversa la capacità di rispondere ai bisogni fisici e psicologici del figlio. Inoltre, uno stesso atteggiamento educativo da parte del genitore può produrre effetti anche molto diversi su figli dotati di temperamenti diversi. Anche se ogni individuo ha un approccio suo caratteristico, i genitori possono essere classificati come appartenenti ad uno di questi tre stili educativi:
• l’autoritario
• il permissivo/lassista
• l’autorevole.
Lo stile autoritario è caratteristico di quei genitori che impongono regole senza alcuna spiegazione, che frequentemente alzano la voce e perdono la pazienza; non accettano di essere contraddetti ed eventuali trasgressioni vengono punite severamente. Le regole sono rigide e immodificabili. Crescere in un ambiente così rigido impedisce al bambino di sperimentare sbagliando e di comprendere il valore delle regole. Questi bambini solitamente mostrano una scarsa stima di sé e delle proprie capacità e tendono ad assecondare passivamente il volere degli altri. Nella famiglia autoritaria i figli, pur essendo rispettosi ed obbedienti, non interiorizzano regole e norme di condotta a causa del modello d’insegnamento basato esclusivamente sulla forza del potere genitoriale; la loro obbedienza è dovuta al timore per le punizioni ed in assenza dei genitori tendono ad oltrepassare i limiti.
Lo stile permissivo/lassista è quello tipico dei genitori che tendono a non impartire regole e punizioni o quando lo fanno le regole non sono mai chiare e coerenti; in un certo senso lasciano i figli regolarsi da soli. La mancanza di regole solitamente ingenera confusione e angosce; i figli di genitori che non esercitano la loro autorità non possono far affidamento su una guida sicura ed è possibile che da adolescenti sviluppino comportamenti di tipo antisociale.
Lo stile autorevole è lo stile più consono ad una buona educazione del bambino. I genitori autorevoli sono in grado di fornire al bambino regole chiare e coerenti e di spiegare il perché di eventuali divieti e proibizioni; accettano la negoziazione e sono pronti a mettere in discussione il proprio parere: le regole sono chiare e accessibili e allo stesso tempo possono essere modificate se ci sono valide motivazioni. I figli presentano più spesso una buona fiducia in sé, oltre a buoni livelli di autostima, maturità, responsabilità, competenza sociale e autonomia; inoltre mostrano rapporti positivi con gli altri ed un buon dialogo con i genitori.
Poiché ogni genitore ha un suo proprio stile educativo, l’insorgenza di problemi è più frequente nelle famiglie in cui si incontrano genitori con stili opposti quali sono l’autoritario ed il permissivo/lassista.
Il genitore perfetto non esiste, ma sicuramente esistono genitori più attenti e rispondenti ai bisogni dei propri figli. Per un genitore è di fondamentale importanza riuscire a favorire nel figlio non solo una crescita adeguata sul piano

fisico
- assicurandogli il nutrimento più adeguato;
- tutelando la sua salute;
- fornendogli la giusta protezione;
ma anche una crescita adeguata sul piano
emotivo
- stimolando in lui lo sviluppo di una buona autostima;
- dandogli fiducia;
- mostrandogli attenzione;
- essendo disponibile a risolvere insieme a lui le eventuali difficoltà;
- aiutandolo a descrivere e gestire le proprie emozioni;
intellettivo
- facendogli sviluppare le abilità di lettura, scrittura e calcolo matematico;
- supportandolo negli apprendimenti scolastici;
- insegnandogli nuove abilità;

e sociale
- favorendo in lui lo sviluppo di un senso morale, aiutandolo a costruirsi un sistema di valori, principi e regole socialmente accettabili;
- stimolando in lui la comprensione e l’aiuto degli altri.
Madre e padre rappresentano per i figli un modello a cui ispirarsi, sia pure inconsapevolmente. Non è infrequente, infatti, verificare come ragazzi i quali durante l’adolescenza hanno apertamente contestato il modo di fare del proprio genitore, da adulti manifestino né più né meno lo stesso atteggiamento educativo nei confronti dei propri figli.
Un aspetto che va assolutamente curato nella relazione con i figli è la comunicazione.
FONTI D'INFORMAZIONE:

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