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martedì 24 gennaio 2012

LA CANNABIS E’ TERAPEUTICA PER ALCUNI DISTURBI NEUROLOGICI

Ormai da diversi anni ricercatori e medici discutono sul possibile uso della canapa indiana (Cannabis sativa) e dei suoi derivati, come l’hashish e la marijuana, per scopi terapeutici in diverse patologie neurologiche come, ad esempio, la sclerosi multipla ed i traumi cranici e del midollo spinale. Tuttavia, la mancanza di dati sui meccanismi di tale azione ha sino ad ora rallentato le possibili applicazioni cliniche. Infatti, nonostante le molte evidenze cliniche dell’azione della Cannabis e dei suoi derivati, i meccanismi con cui i principi attivi contenuti nella Cannabis svolgono un’azione neuroprotettiva non sono ancora del tutto noti. Nuova luce sulle effettive capacità terapeutiche di questa sostanza e dei meccanismi d’azione della stessa arrivano ora da un ulteriore studio svolto in questo campo dall’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma in collaborazione con l’Università di Teramo.
Il lavoro scientifico è stato pubblicato sul Journal of Molecular Medicine. Lo studio ha permesso, per la prima volta, di caratterizzare i rapporti tra la stimolazione da Cannabis e l’azione di un composto gassoso ben noto per le sue azioni sulle cellule del Sistema Nervoso Centrale (SNC): l’ossido di azoto. Questa molecola, da decenni al centro dell’interesse dei ricercatori, è coinvolta nella regolazione di importanti funzioni del SNC e svolge azioni sia in senso neuroprotettivo che neurotossico. La ricerca della Fondazione Santa Lucia e dell’Università di Teramo ha dimostrato come, proprio attraverso i recettori cannabici, ed in particolar modo il recettore cannabico di tipo 2, sia possibile indirizzare gli effetti dell’ossido di azoto in senso neuroprotettivo o neurotossico. E’ stato così compiuto un passo avanti per lo sviluppo di farmaci in grado di agire in modo selettivo sull’ossido di azoto inducendo solo effetti neuroprotettivi e questo grazie all’azione della Cannabis. In conclusione, lo studio permette sia di fare un ulteriore passo avanti nella comprensione del meccanismo d’azione attraverso cui il principio attivo della Cannabis esercita la sua funzione neuroprotettiva a seguito di danno cerebrale, sia di guardare con maggiore interesse all’uso di queste sostanze in ambito clinico tanto per le malattie acute che croniche del SNC. Grazie a questi risultati, si aprono ora interessanti prospettive in ambito terapeutico per lo sviluppo di nuovi approcci farmacologici, utili per patologie di grande diffusione, come l’ictus e la sclerosi multipla, in grado di “sfruttare” la proprietà neuroprotettiva dell’ossido d’azoto mediata dall’azione della Cannabis. Queste importanti evidenze scientifiche sono state ottenute utilizzando avanzate tecniche di biochimica, neuromorfologia funzionale in microscopia confocale, test farmacologici e valutazione comportamentale del recupero nel modello animale dopo un danno al Sistema Nervoso Centrale. Il lavoro scientifico si è svolto presso la Fondazione Santa Lucia nell’ambito delle linee di ricerca in Neuroscienze Sperimentali dirette da Giorgio Bernardi. Tutto lo studio è stato coordinato da Marco Molinari e da Mauro Maccarrone; vi hanno preso parte Sergio Oddi, Laura Latini, Maria Teresa Viscomi e Elisa Bisicchia. Con la Fondazione Santa Lucia di Roma ha collaborato il Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’Università di Teramo diretto dal prof. Maccarrone e di cui fa parte anche il Dott. Oddi. I risultati di questo nuovo lavoro si aggiungono a quelli dei precedenti studi svolti nel 2009 e nel 2010 dai ricercatori della Fondazione sul ruolo degli endocannabinoidi nelle patologie neurologiche.


Fonte: www.sanitanews.it

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