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martedì 21 giugno 2011

Che la Speranza di molti possa divenire realtà.


Oggi ospitiamo l’intervento di Giampietro Petrone, Presidente dell’Associazione “Liberamente Insieme”, il quale oltre a fare una dettagliata cronaca della giornata del 30 maggio scorso, giorno in cui è stato proiettato il cortometraggio “Messaggio di Speranza”, compie una profonda  riflessione sulle speranze dei soggetti affetti da disagio mentale senza tralasciare alcuni tratti della sua personalissima esperienza.
Buona lettura.

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Il giorno 30 Maggio scorso, in una sala della Tipolitografia Lampo, in Contrada Colle Delle Api, si è tenuta la “ prima” della presentazione del Cortometraggio “ Messaggio di Speranza”, girato quasi interamente in Albania. Alla presentazione è intervenuta una numerosa rappresentanza di persone, tutte interessate al Cortometraggio ed alle problematiche relative alla Salute Mentale, qui a Campobasso. Questa serata è il frutto di un progetto di collaborazione internazionale che ha visto la Regione Molise, rappresentata dal D.S.M. di Campobasso, e la Terra di Albania, rappresentata dal Servizio di Psichiatria di Skutari, interagire per scambiarsi esperienze e metodologie per la lotta allo Stigma ed il reinserimento sociale delle persone con una malattia mentale. Diversi incontri si sono succeduti a Skutari, tra il Direttore del D.S.M. di Campobasso, Dott. Franco Veltro, insieme ad alcuni suoi collaboratori e l’equipe di Psichiatria di Skutari, per definire le linee di intervento che in Albania dovrebbero adottare; l’Albania è una terra dove  il benessere che caratterizza l’ Europa non è ancora arrivato ed in molti ambiti, compreso quello della psichiatria, vi è un arretramento a causa della scarsità dei mezzi e delle metodologie. Di qui il ruolo, nel progetto internazionale, del D.S.M. di Campobasso, che doveva fornire strumenti efficaci per portare più avanti le realtà della Psichiatria in Albania. La Nostra Associazione “Liberamente Insieme” è stata coinvolta nel progetto soprattutto riguardo alla lotta allo Stigma; così il Rappresentante della Stessa, Gianpietro Petrone, la Squadra di calcetto del Centro Diurno di Campobasso, alcuni operatori psichiatrici, il Direttore del D.S.M. ed alcuni suoi Colleghi, si sono recati a Skutari per l’evento del Torneo di Calcetto che ha suggellato questa collaborazione. Il torneo di calcetto, che vedeva impegnate le squadre di Skutari, Troia e Campobasso, è stato poi l’asse portante della storia raccontata nel Cortometraggio. La storia narra l’esperienza fallimentare di un Albanese che aveva riposto tutte le sue aspettative in una integrazione nel Nostro Paese e che avendo, poi, perso anche quello che aveva, se n’era tornato in Albania dove fu accolto in un Ospedale Psichiatrico. La vita gli era stata avversa,ma non l’aveva abbattuto e nessuno gli poteva impedire di sperare, anche se soltanto in una partita di calcetto.

Realizza di inviare un Messaggio in una bottiglia che getta in mare; il ricordo dei giorni della sua gioventù, quando una partita di pallone riempiva il cuore di gioia e donava un senso di libertà.
Ecco in che spera: vincere la solitudine che negli Ospedali Psichiatrici chiamano malattia. Il messaggio viene raccolto e ciò che sperava si realizza.
Fin qui un po’ di cronaca; doverosa per quei lettori che non hanno visto il Cortometraggio e non sanno perché ed in quale contesto è stato realizzato. “Messaggio di Speranza”, il titolo del Cortometraggio, che racchiude, tutto intero, l’esperienza dell’umanità tutta. Si perché la Speranza è quel afflato spirituale che , comunque vada l’esperienza umana, infonde la fiducia nell’avvenire e dà la forza di andare avanti, a volte anche a denti stretti, certi di non restare illusi:”Nonostante le avversità della vita, nonostante la malattia, non posso rinunciare a sperare che qualcosa di bello, di grande possa ancora accadermi”. Potrei ancora concepire la speranza come quel elemento psicologico che è alla base di ogni motivazione. Potrei anche dire: “Volli , fortissimamente volli, perché sapevo che la Speranza che io nutrivo non mi avrebbe deluso. Tante sono le implicazioni relative a questa virtù. Calando queste implicazioni nel contesto della Salute Mentale, mi viene spontaneo che bisogna sempre credere che ogni paziente in cura può ottenere un miglioramento.
Le esperienze, come questa fatta in Albania, sono importanti anche perché riabilitative: si parte insieme,ci si relaziona,si condivide la paura del volo in aereo, si divide una camera in albergo, si esce insieme in una città di un altro Paese, si soffre e si esulta insieme durante la partita di calcetto, insieme si condivide la tavola, si conoscono pazienti autoctoni. Si perché Messaggio di Speranza è anche questo: dare la possibilità alle persone con una malattia mentale di riabilitarsi, dare a tutti i malati, di qualsiasi nazionalità la possibilità di essere curati, chiudere tutte le prigioni che si nascondono dietro la nomenclatura di Ospedale Psichiatrico, far cessare le violenze e le sevizie che in alcuni Stati si praticano sulle persone che hanno una malattia mentale.La sera del 30 Maggio ci sono stati degli interventi (Rappresentanti delle C.R.P., della Coop.Laboratorio Aperto, dell’Associazione Liberamente Insieme) e poi c’è stata l’idea, a mio avviso molto interessante, di mettere a “confronto” l’idea Umanista della Malattia Mentale e della Diversità, sostenuta dal Sacerdote Don Franco e l’idea scientifica sostenuta dal Nostro Direttore Franco Veltro. L’idea umanista è chiaramente tutta intrisa dai sentimenti verso coloro che hanno una sofferenza e dai quali molto si può attingere per aumentare il proprio bagaglio esperenziale; l’idea scientifica è sostenuta entro dei parametri ben precisi, da misurazioni certe ed infallibili, da dati concreti e dai risultati ottenuti. Bene, l’importante e che l’umanità ed in particolare l’amore possa far si che la scienza registri risultati sempre più migliorativi. L’augurio è quello che possano esserci altre esperienze come questa, attraverso le quali si possa tutti crescere umanamente e dare  ciascuno il proprio contributo affinché la Speranza di molti possa divenire realtà.

Giampietro Petrone




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