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lunedì 27 giugno 2011

Iss, benessere psicologico mix di geni, esperienze e stili di vita

Roma, 24 giu. (Adnkronos Salute) - Il nostro benessere nasce da un mix di fattori: esperienze, stili di vita personali e genetica. A questa conclusione è giunto uno studio pubblicato su Psychological Medicine, condotto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell'Istituto Superiore di Sanità. Lo ricerca è stata condotta su 742 coppie di gemelli, tra i 23-24 anni arruolati nel Registro Italiano Gemelli, curato dal Cnesps. Sui volontari sono state esaminate le 6 dimensioni del benessere psicologico (in base al il recente modello psicologico di C. Ryff). ovvero : l’autonomia (capacità di resistere alle pressioni sociali che spingono ad agire in determinati modi), le relazioni positive con gli altri (avere relazioni interpersonali soddisfacenti e caratterizzate da fiducia) la crescita personale (avere la sensazione di realizzare le proprie potenzialità), l’accettazione di sé (delle proprie qualità sia positive che negative, avere sentimenti positivi nei confronti della vita passata), lo scopo nella vita (avere la sensazione che la propria vita presente e passata abbia un significato) e la padronanza ambientale (possedere un senso di padronanza e competenza nell’utilizzare efficacemente le opportunità offerte dall’ambiente).I risultati dello studio, quindi, indicano come nel benessere psicologico pesino sia l'ambiente che la genetica. "In particolare - sottolineano Antonella Gigantesco e Corrado Fagnani, coautori della pubblicazione - i fattori genetici influenzano largamente le relazioni positive con gli altri e la padronanza ambientale, mentre i fattori ambientali giocano un ruolo preponderante per quanto riguarda l’autonomia e la crescita personale. I risultati hanno anche mostrato che i fattori ambientali che hanno un’influenza sull’autonomia non sono gli stessi che hanno un’influenza sullo scopo nella vita, la crescita personale e l’accettazione di sé". Il peso dei fattori genetici, però, non esclude la necessità e l'efficacia di azioni di promozione della salute mentale. "Questi risultati - conclude Gigantesco - rafforzano la crescente consapevolezza che la promozione del benessere e della 'salute mentale positiva' non solo è possibile ma fortemente auspicabile. Specie in specifiche popolazioni come gli adolescenti e le puerpere, e nei luoghi di lavoro. Anche per la considerazione, suffragata da ampie evidenze scientifiche, che l’assenza di benessere psicologico rende gli individui più vulnerabili agli eventi stressanti e alle malattie, mentre, quando c'è, aumenta le difese immunitarie e favorisce le capacità di recupero".

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