Roma, 24
giu. (Adnkronos Salute) - Il nostro benessere nasce da un mix di fattori:
esperienze, stili di vita personali e genetica. A questa conclusione è giunto
uno studio pubblicato su Psychological Medicine, condotto dal Centro nazionale
di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell'Istituto
Superiore di Sanità. Lo ricerca è stata condotta su 742 coppie di gemelli, tra
i 23-24 anni arruolati nel Registro Italiano Gemelli, curato dal Cnesps. Sui
volontari sono state esaminate le 6 dimensioni del benessere psicologico (in
base al il recente modello psicologico di C. Ryff). ovvero : l’autonomia
(capacità di resistere alle pressioni sociali che spingono ad agire in
determinati modi), le relazioni positive con gli altri (avere relazioni
interpersonali soddisfacenti e caratterizzate da fiducia) la crescita personale
(avere la sensazione di realizzare le proprie potenzialità), l’accettazione di
sé (delle proprie qualità sia positive che negative, avere sentimenti positivi
nei confronti della vita passata), lo scopo nella vita (avere la sensazione che
la propria vita presente e passata abbia un significato) e la padronanza ambientale
(possedere un senso di padronanza e competenza nell’utilizzare efficacemente le
opportunità offerte dall’ambiente).I risultati dello studio, quindi, indicano
come nel benessere psicologico pesino sia l'ambiente che la genetica. "In
particolare - sottolineano Antonella Gigantesco e Corrado Fagnani, coautori
della pubblicazione - i fattori genetici influenzano largamente le relazioni
positive con gli altri e la padronanza ambientale, mentre i fattori ambientali
giocano un ruolo preponderante per quanto riguarda l’autonomia e la crescita
personale. I risultati hanno anche mostrato che i fattori ambientali che hanno
un’influenza sull’autonomia non sono gli stessi che hanno un’influenza sullo
scopo nella vita, la crescita personale e l’accettazione di sé". Il peso
dei fattori genetici, però, non esclude la necessità e l'efficacia di azioni di
promozione della salute mentale. "Questi risultati - conclude Gigantesco -
rafforzano la crescente consapevolezza che la promozione del benessere e della
'salute mentale positiva' non solo è possibile ma fortemente auspicabile.
Specie in specifiche popolazioni come gli adolescenti e le puerpere, e nei
luoghi di lavoro. Anche per la considerazione, suffragata da ampie evidenze
scientifiche, che l’assenza di benessere psicologico rende gli individui più
vulnerabili agli eventi stressanti e alle malattie, mentre, quando c'è, aumenta
le difese immunitarie e favorisce le capacità di recupero".
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