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venerdì 11 maggio 2012

E se il Dsm V...

La redazione del Dsm V, il manuale che definisce i criteri diagnostici per le malattie mentali, è ormai a pochi metri dalla linea del traguardo. Tuttavia c'è chi qualche riflessione l'ha voluta fare prima che la 'bibbia della psichiatria' sia messa a disposizione di addetti ai lavori di mezzo mondo. Uno di questi è il dottor Nino Cartabellotta, le cui riflessioni riportiamo di seguito.
"Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) è la “bibbia della psichiatria” che definisce i criteri diagnostici per le malattie mentali e i relativi trattamenti.


Visto che è in fase di preparazione la quinta edizione, cosa potrebbe succedere se il giudizio di “autori sacri” ed “evangelisti” fosse contaminato da conflitti di interesse? Che normali esperienze umane rischierebbero per incanto di trasformarsi in epidemie di malattie mentali dove persone assolutamente sane verrebbero etichettati come malati e sottoposti, senza alcuna necessità, a cure psicofarmacologiche.
Lisa Cosgrove e Sheldon Krimsky hanno recentemente analizzato i conflitti di interesse finanziari dei membri dell’America Psychiatric Association (APA) responsabili dell’aggiornamento del DSM: quasi il 70% dei componenti della task-force attuale dichiara relazioni finanziarie con l’industria farmaceutica (rispetto al 57% del gruppo che ha aggiornato il DSM-4). La percentuale raggiunge l’83% per il gruppo “disordini psicotici” e fa bingo (100%) in quello “disturbi del sonno”. In altre parole, la maggior parte degli esperti responsabili di definire criteri diagnostici e relativi trattamenti per le malattie mentali hanno relazioni finanziarie con le aziende che producono e vendono farmaci per la salute mentale.
Poiché è ampiamente riconosciuto che i conflitti di interessi finanziari compromettono l’obiettività e l’integrità in medicina, la comunità scientifica e i media hanno sollevato legittime preoccupazioni. Tuttavia, se l’influenza dei conflitti di interesse sulle raccomandazioni cliniche delle linee guida è stata descritta in tutte le specialità mediche, perché tutta questa enfasi sui conflitti di interesse dell’APA e, più in generale, della psichiatria?
  1. La psichiatria è stata negli ultimi anni al centro di numerose polemiche: è la specialità che riceve dall’industria più denaro di altre specialità, sono descritte e identificate numerose frodi scientifiche (ghostwriting, mancata pubblicazione di studi negativi) e vari studi hanno documentato conflitti di interesse nella promozione di farmaci psicotropi.
  2. L’APA rappresenta l’autorità mondiale per la salute mentale e il DSM lo strumento diagnostico di riferimento per le malattie mentali: in altri termini i giudizi del panel APA che sta aggiornando il DSM, definiscono i criteri diagnostici delle malattie mentali, legittimando alcuni disturbi e disconoscendone altri e decidono chi trattare e con quali terapie.
  3. Il DSM non è un manuale destinato esclusivamente ai professionisti sanitari, ma è utilizzato da compagnie assicurative, ospedali, tribunali, carceri, scuole, ricercatori, giudici e agenzie governative, etc. Pertanto, la nomenclatura, i criteri e la standardizzazione delle malattie mentali del DSM hanno un enorme impatto sanitario, sociale, culturale, giuridico ed economico.
  4. L’espansione di categorie diagnostiche e le nuove diagnosi del DSM rappresentano una “miniera d’oro per l’industria farmaceutica”: a tal proposito molti specialisti temono che l’ampliamento dei criteri diagnostici sottragga alla normalità, “patologizzandoli”, numerosi comportamenti ordinari, espandendo il mercato dei farmaci. Ecco che un capriccio infantile viene classificato come “disturbo distruttivo da regolazione dell’umore”; che a una vedova triste per oltre due giorni viene diagnosticato un “rilevante disturbo depressivo ”; che in una battaglia legale per l’affidamento dei figli, questi rischiano di ammalarsi di “disturbo da alienazione genitoriale”, se la madre tenta di metterli contro il padre (o viceversa).
  5. Almeno il 20% dei finanziamenti dell’APA proviene dall’industria farmaceutica e lo stesso DSM costituisce un grande business (il DSM-4 ha venduto oltre un milione di copie)
  6. Nel 2007 l’APA aveva già definito per i membri coinvolti nella revisione del DSM-5, una policy sui conflitti di interesse che, per la prima volta, ha previsto la disclosure esplicita delle relazioni finanziarie con l’industria
Possiamo ancora ritenere accettabile, nel 2012, che lo status di salute mentale dell’intero pianeta sia affidato solo a un gruppo di esperti che intrattiene simili “relazioni pericolose” con l’industria farmaceutica?
Considerato che la pubblicazione del DSM-5 è prevista nel maggio 2013, gli Autori si chiedono se un anno di tempo sia sufficiente all’APA per apportare alla policy sui conflitti di interesse quelle modifiche radicali che permettano di raggiungere l’ambizioso obiettivo dichiarato con grande enfasi di un “processo trasparente nello sviluppo del DSM e… un DSM evidence-based, privo di bias e non influenzato da conflitti di interesse?
Se è troppo tardi aspetteremo pazientemente il DSM-6, oppure sin da ora proponiamo di modificare il significato dell’acronimo DSM: Dedicato Solo alle Medicine!".
Per saperne di più:

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