
IL RITARDO MENTALE: DEFINIZIONE DIAGNOSTICA – Secondo la classificazione DSM IV il RM presenta un funzionamento intellettivo generale al di sotto della media (cioè con quoziente intellettivo < 70), accompagnato da significative limitazioni nel funzionamento adattivo in almeno due delle seguenti aree: comunicazione, cura della persona, vita in famiglia, capacità sociali/interpersonali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, salute e sicurezza. L’esordio deve avvenire prima dei 18 anni. Il RM può avere molte cause ed è il risultato di vari processi patologici che agiscono sul sistema nervoso centrale. I soggetti spesso giungono all’osservazione per le compromissioni del funzionamento adattivo: i problemi di adattamento sono però suscettibili di miglioramento con adeguata riabilitazione; il QI cognitivo, invece, tende a rimanere stabile. Per una corretta presa in carico è utile perciò evidenziare i deficit del funzionamento adattivo da una o più fonti affidabili, come la valutazione e la storia scolastica, medica e dello sviluppo, in modo da intervenire in maniera precoce.
EDUCAZIONE ED INTEGRAZIONE – Da circa trent’anni in molti Paesi è in corso il progressivo inserimento degli allievi con RM nelle scuole normali e molteplici sono le iniziative per garantire una sufficiente integrazione lavorativa e sociale. Pur in un contesto inclusivo, le persone con RM hanno però bisogno di interventi abilitativi e riabilitativi che abbiano al centro l’educazione all’autonomia. In tale direzione, il bambino con RM incontra due tipi di ostacoli: le difficoltà legate al suo deficit e gli atteggiamenti ambientali inadeguati.
Spesso i genitori e talvolta gli stessi
operatori e insegnanti sviluppano infatti atteggiamenti assistenziali che in
realtà limitano il percorso verso l’autonomia. Occorre invece mettere
in situazione, utilizzando idee ed accorgimenti adeguati: una corretta
stimolazione intellettiva può essere un ottimo punto di partenza, in vista
degli apprendimenti complessi di letto-scrittura e di calcolo. L’educazione del
bambino con RM dovrebbe iniziare fin dai primi mesi di vita, con una stimolazione
logico-cognitiva globale, che interessi tutte le aree e le
potenzialità del soggetto, poiché le capacità di modellamento, di sviluppo, di
apprendimento e memorizzazione sono massime nel bambino piccolo e diminuiscono
con l’età. Nella scuola primaria, poi, l’insegnante dovrebbe prevedere non
solo contenuti didattici, ma anche attività di sviluppo logico-percettivo,
ludiche, motorie ed espressive, centrate sulla partecipazione ed
aventi come obiettivo prioritario la massima autonomia realizzabile. Molti
soggetti con RM, infatti, soprattutto se lieve, con un training adeguato
possono sviluppare buone capacità adattive in altri ambiti, giungendo a non
presentare più il livello di compromissione richiesto per la diagnosi di RM.
APPROFONDIMENTI:
Dati Istat sugli ultimi anni scolastici
Informazioni ritardo mentale
Gradi di gravità
Dati Istat sugli ultimi anni scolastici
Informazioni ritardo mentale
Gradi di gravità
fonte: www.disabili.com
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