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lunedì 26 settembre 2011

Torniamo alle favole giacché ciascuna con la propria morale insegna qualcosa.


Franco Veltro direttore del Dipartimento di Salute Mentale presenta ‘Il Totem dei Sentimenti Spiacevoli’ educandoci a trasmettere le emozioni. Il Totem dei Sentimenti Piacevoli è stata la prima favola ideata da Franco Veltro direttore del Dipartimento di Salute Mentale che proseguendo il viaggio nel mondo favolistico ha dato seguito a quell’esperienza. Infatti il 27 settembre alle 18 presso la Biblioteca Albino, a cura di Promosam, sarà presentata la seconda favola; l’incontro ha per titolo “Le emozioni al centro della città” e la giornalista Pina Petta intervisterà Veltro su entrambe le esperienze. “ Il Totem dei Sentimenti Spiacevoli” per i tipi di Guida Editore è stato scritto da Veltro con la scrittrice Stefania Tinessa. Interverranno anche l’artista locale Serra e il critico d’arte Picariello.


Totem Piacevoli e Spiacevoli?

I Totem sono un simbolo, l’esternazione dei valori comuni di una collettività. Scopo della rete della salute mentale è quello di costruire un percorso di iniziazione per riconoscere alcuni strumenti condivisi di tutela di salute mentale. Da anni il cruccio del dipartimento è stato quello di non riuscire ad instaurare un dialogo con la città. Quella scultura moderna di arte urbana sita di fronte alla stazione porta sulle ali spiegate una scritta che ricorda l’importanza di comunicare i sentimenti piacevoli ogni volta che se ne presenti l’occasione. Allo stesso tempo si iniziava a costruire un percorso innovativo che spostando l’attenzione della tutela alla promozione della salute mentale si andava a coinvolgere la comunità sulla tematica della comunicazione basata sul riconoscimento degli stati emotivi più comuni e diffusi (i sentimenti piacevoli e spiacevoli) e sulle stesse abilità di comunicazione (come fare le richieste e come ascoltare l’altro).

Come ha risposto la comunità?

Possiamo distinguere due fasi: la prima caratterizzata da una forte spinta interna al movimento della rete culminata con logiche egemoniche e di conflitto che hanno avuto come conseguenza una indifferenza da parte della comunità. Il movimento si era circoscritto entro problematiche e tematiche che non hanno prodotto attrattive, impatto zero sulla collettività, perché centrate sostanzialmente sul concetto di tutela e non di promozione. L’indifferenza è stata la risposta ovvia da parte della comunità intera all’incapacità stessa della rete di coinvolgerla. Una volta superata questa fase di stallo si è registrato l’ingresso di forze nuove, “giovani pieni di entusiasmo che credono che tutta la vita sia un’opera d’arte”, nell’indirizzo offerto dal sociologo Baum, come appunto descritto nella favola.

Perché i sentimenti Spiacevoli?

La seconda è proseguita, nonostante il titolo che potrebbe generare equivoci, molto positivamente. Proprio per il coinvolgimento dei giovani che hanno collaborato su tematiche nuove proposte dal Dipartimento: la promozione della salute mentale nelle scuole attraverso un programma di apprendimento delle abilità di comunicazione, della definizione di obiettivi personali ed infine la risoluzione dei problemi. La risposta è stata davvero entusiasmante da parte dei dirigenti scolastici, dei professori e degli studenti. Contiamo oggi sulla partecipazione di 5 scuole superiori. Nel programma è prevista l’abilitazione a comunicare in modo efficace, e lo si può fare se impariamo ad esprimere i sentimenti piacevoli ma anche quelli spiacevoli. Oggi viene ritenuta di straordinaria importanza l’intelligenza emotiva, che risulta essere il fattore principale di successo di molte persone anche se con capacità minime di ragionamenti di logica-matematica. Il presupposto dell’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere i sentimenti propri, di saperli valutare e gestirli nelle varie situazioni in relazione ai propri obiettivi. Bene, gli stati d’animo più diffusi sono appunto quelli piacevoli e spiacevoli. Insegnare agli studenti e ai cittadini come riconoscere ed esprimere questi sentimenti e come essere abili nel definire gli obiettivi significa porre le basi dell’intelligenza emotiva e quindi di una società migliore  e solidale.

Fonte: Il Quotidiano del Molise  - pag. 6 – lunedì 26 settembre 2011

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