
Agli studi il
progetto non vuole sostituirsi ma semplicemente farsi promotore di buone prassi
così come suggerite dalla Società italiana di psicologia dell’invecchiamento e
dal dottor Mammarella, docente di psicologia della memoria e
dell’invecchiamento all’università di Chieti: “Dai 65 anni la memoria
diminuisce, ma è possibile migliorarla con tecniche di riabilitazione praticate
anche con il computer”. Questa la base su cui si fonda il progetto presentato
alle istituzioni locali. Una proposta che, tuttavia, “non ha avuto ancora risposta.
L’idea – conclude Cerio – è quella di fornire le basi per combattere
l’invecchiamento e il rallentamento delle facoltà cognitive attraverso una
serie di azioni che sappiano non solo coinvolgere la gente, ma in primis
riescano a creare una rete tra associazioni di settore”.
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