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martedì 20 marzo 2012

Sanità: tagli e fusioni.

Pur non essendo un portale di stretta informazione giornalistica, non si può restare indifferenti a quanto accade sul territorio. In particolare a Campobasso. E in termini di sanità. Le voci - anzi le notizie - dell'accorpamento delle due strutture ospedaliere cittadine sono ormai più che rumors. Il Cardarelli e la Fondazione Giovanni Paolo II (ex Cattolica) sono in procinto di unificarsi, fondersi, completarsi e chi più ne ha più ne metta. L'ipotesi rientra in quel piano di razionalizzazione necessario a colmare il gap finanziario della Sanità regionale. Confermata dalle istituzioni, la vicenda è al centro del dibattito cittadino aperto tra parti più o meno propense a credere che il motivo portante della decisione sia una paventata instabilità della struttura pubblica.


Ovvero, il Cardarelli non sarebbe del tutto "agibile". Il condizionale va tenuto, anche se i media locali raccontano di perizie effettuate nel lontano '89 come nel 2009 e dai riscontri tutt'altro che incoraggianti. Ma questi sono valori tecnici che si lasciano, in questa sede, agli addetti ai lavori. A quei periti incaricati di vagliare le condizioni del nosocomio oggi e di cui si attendono i riscontri sul campo. Come che sia, per ora il walzer dei 'no', dei 'si'; l'ipotesi di barricate, di lotte estreme per la salvaguardia del Cardarelli, si rincorrono. Schegge impazzite mentre qualcuno ricorda che "si tratta solo di un'ipotesi". Una questione in divenire che, però, ha prodotto già una raccolta firme (promossa da associazioni e politica d'opposizione) contro la fusione delle strutture, mentre la politica di maggioranza frena. Perchè? Perchè aver saputo in precedenza di tale intenzione permette ora - secondo gli ottimisti - di sedersi ad un tavolo di trattative con lo Stato, la struttura commissariale o chi per essi. Un tavolo di concertazione in cui stabilire i limiti dell'operazione a garanzia del pubblico, dei posti letto e di quelli di lavoro; delle specializzazioni, dei reparti e delle dirigenze. Rischio o opportunità da sfruttare? La risposta varia a secondo delle opinioni. Rischio perchè, secondo i pessimisti, si andrebbero ad intaccare i quadri occupazionali, l'offerta agli utenti: il servizio pubblico. Opportunità perchè, secondo gli ottimisti, si annullerebbero doppioni, calmierando la spesa, concentrando le competenze. Del piano - che qualcuno ha definito 'pirata' in quando ancora non ufficiale - si sa poco. E quel poco che si sa lascia in piedi le due ipotesi. Gestione separata delle due strutture da conservare; concentrazione delle discipline specialistiche (come cardiochirurgia, oncologia ginecologica e medica) alla Cattolica; intervento emergenziale (con chirurgia generale, ortopedia, medicina, chirurgia vascolare e neurochirurgia) al Cardarelli. Una struttura per il pronto intervento ed una per le cure specialistiche: a pochi mentri di distanza se non - in alcuni casi - nella stessa struttura. Questo quanto fatto circolare dalle voci in merito alla riorganizzazione interna lì dove debba 'vincere' la strada della fusione. Nulla di certo, questo è ovvio. Unico dato reale e concreto è la necessità di mettere mano (come si suol dire) in un ambito che ha urgente bisogno di aggiustamenti, di riprendersi dal deficit, di rientrare da un gap fatto di consulenze, appalti e incarichi esterni, prestazioni, convenzioni e posti letto pagati fior di quattrini. C'è il bisogno di 'razionalizzare' un sistema essenziale per la società: molisana ed italiana. E magari bisogna farlo partendo proprio dalla società, facendola partecipare con i suoi addetti ai lavori (medici, infermieri o amministrativi che siano), con gli utenti ed i loro familiari. Utopia?
www.rsmcampobasso.it

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