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sabato 21 gennaio 2012

Sostegno alle Coop di tipo B: dal Friuli una lezione di buone prassi

UDINE - Che le si voglia intendere come sensibilità o atto quasi dovuto, è a discrezione personale. Quel che la giunta provinciale di Udine ha varato nei giorni scorsi, resta, comunque, un provvedimento all'avanguardia, capace di superare lo sterile assistenzialismo che, spesso, diventa quasi il marchio delle Politiche sociali. L'assessore Adriano Piuzzi, e l'intero consesso, sono andati oltre. Dotando la provincia (nel senso di territorio) di uno strumento innovativo. Ovvero la possibilità dell'affidamento di forniture di beni e servizi alle cooperative sociali di tipo B, ovvero quelle realtà che si occupano dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Ciò secondo il concetto (spesso dimenticato) per cui le istituzioni devono creare le condizioni per il miglioramento della qualità della vita piuttosto che "favorire" il perdurare di sacche di disagio con interventi estemporanei, propri di chi naviga a vista. Lungimiranza, è la parola d'ordine. E ad Udine hanno bene chiaro l'obiettivo di una vera Politica sociale.
Così, si legge in una nota, "la giunta, in particolare, ha approvato l’atto di indirizzo che prevede la possibilità di affidare in regime di riserva alle cooperative sociali di tipo B le forniture di beni e servizi, diversi da quelli socio-sanitari ed educativi, il cui valore sia sotto soglia comunitaria nonché per importi sopra soglia comunitaria". Grazie a questo documento, quindi, "si potrà inserire, tra le condizioni di affidamento dei contratti, la cosiddetta clausola sociale al fine di far prevalere il valore della socialità rispetto a quello dell’economicità favorendo, dunque, l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate". Una cosa straordinaria? Per l'assessore Piuzzi "no". E perchè? Semplice: "L'amministrazione intende non solo consolidare e sviluppare i livelli di protezione sociale fin qui attuati, ma caratterizzare il proprio impegno per realizzare quanto previsto dalla vigente normativa in materia, sviluppando il principio di sussidiarietà, mediante l’accelerazione dei processi di integrazione delle persone fragili e disagiate", dice. Un atto dovuto, dunque. E contornato di quella sana umiltà per cui oggi vale la pena applaudire Piuzzi tutt'altro che sordo alle "istanze espresse dal mondo della cooperazione sociale attraverso le associazioni di categoria": Richieste forti e motivate che hanno convinto la giunta a "procedere all’adozione di modalità all’avanguardia in merito all’affidamento di lavori, servizi e forniture che privilegino l’esigenza di creare opportunità di lavoro, quali proficue occasioni di reinserimento sociale per persone appartenenti a categorie svantaggiate".



Rsm Campobasso

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