
Così, si legge in una nota, "la giunta, in particolare, ha approvato l’atto di indirizzo che
prevede la possibilità di affidare in regime di riserva alle cooperative
sociali di tipo B le forniture di beni e servizi, diversi da quelli
socio-sanitari ed educativi, il cui valore sia sotto soglia comunitaria nonché
per importi sopra soglia comunitaria". Grazie a questo documento, quindi, "si potrà
inserire, tra le condizioni di affidamento dei contratti, la cosiddetta
clausola sociale al fine di far prevalere il valore della socialità rispetto
a quello dell’economicità favorendo, dunque, l’inserimento lavorativo di
persone svantaggiate". Una cosa straordinaria? Per l'assessore Piuzzi "no". E perchè? Semplice: "L'amministrazione intende non solo consolidare e sviluppare i livelli di
protezione sociale fin qui attuati, ma caratterizzare il proprio impegno per
realizzare quanto previsto dalla vigente normativa in materia, sviluppando il
principio di sussidiarietà, mediante l’accelerazione dei processi di
integrazione delle persone fragili e disagiate", dice. Un atto dovuto, dunque. E contornato di quella sana umiltà per cui oggi vale la pena applaudire Piuzzi tutt'altro che sordo alle "istanze espresse dal mondo della cooperazione sociale attraverso le
associazioni di categoria": Richieste forti e motivate che hanno convinto la giunta a "procedere all’adozione di
modalità all’avanguardia in merito all’affidamento di lavori, servizi e
forniture che privilegino l’esigenza di creare opportunità di lavoro, quali
proficue occasioni di reinserimento sociale per persone appartenenti a
categorie svantaggiate".
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