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venerdì 13 gennaio 2012

Cascina Clarabella, l'agriturismo dei 'matti' della Lombardia


Immerso tra le vigne, l'agricoltura biologica, il miele e i paesaggi della Franciacorta c'e' l'Agriturismo di Cascina Clarabella con i suoi 'matti'. E' qui che e' nato il nuovo approccio al disagio mentale, che da realtà locale promette di diventare un modello adatto ad essere diffuso in tutto il mondo. Dal 1978, quando fu istituita la legge Basaglia con la quale sono stati aboliti i manicomi, i metodi per affrontare i problemi psichici hanno subito (almeno nella teoria) un'inversione: dall'esclusione e dall'isolamento del paziente, si e' arrivati a iniziative che favoriscono sempre più la sua inclusione e l'interazione sociale.

Ci sono stati tanti tentativi, anche se pochi sono stati davvero realizzati fino in fondo. Quello della Cascina Clarabella e' l'apice di questo percorso: non e' solo un agriturismo, ma una vera e propria cooperativa che si occupa di inserimento lavorativo per le persone con disagio psichico, in vari settori legati all'agricoltura, e che attualmente garantisce lavoro con regolare stipendio a 67 persone. E non c'e' solo produzione di vino e olio, ma anche didattica, strutture nelle quali si possono seguire percorsi di cura per chi soffre di disagio mentale, un centro diurno per l'orientamento al lavoro e alcune unità abitative affittate a equo canone, per permettere alle persone che escono dalla comunità di intraprendere una vita autonoma.
Ma a sentire gli esperti, un percorso di cura così illuminato e' purtroppo ancora un'eccezione: ''L'85 per cento dei malati psichiatrici non incontrerà mai un medico - ha spiegato Benedetto Saraceno, direttore del Dipartimento per la salute mentale all'Organizzazione mondiale della salute - questo significa che in realtà ci occupiamo solo del 15 per cento dei pazienti del mondo. Però questo 15 per cento non vede uno psichiatra, ma un medico di famiglia; e solo il 5 per cento dei 'matti' nel complesso vede un professionista''. E ancora oggi, a più di 30 anni dalla Legge Basaglia, i pazienti ''vengono legati ai letti, subiscono elettroshock, prendono calci nella schiena - ha continuato Saraceno - qualcosa di sensato lo trovi solo a Cascina Clarabella. Sono casi rari: io ho visitato 96 Paesi, i più poveri e dimenticati del mondo '', ma solo in pochissimi luoghi si e' fatto qualcosa sul modello della Cascina, ''grazie a ministri o assessori che hanno avuto la lungimiranza e il coraggio di farsi aiutare da esperti del settore''.
Ad esempio l’Assessorato alla Sanità della Lombardia, che nel triennio 2009-2010-2011 ha finanziato con 900 mila euro la sperimentazione di questo modello innovativo di psichiatria territoriale: intorno al paziente non ci sono solo l’ospedale e il medico ma anche i familiari, la comunità, il lavoro e la casa. ''Una struttura del genere costa 170 euro al giorno per paziente - dicono i referenti della Regione - ma grazie a questa sperimentazione, i costi sono stati abbattuti a 90 euro al giorno''.
''La Comunità locale e' veramente una risorsa di portata globale. L'esempio della Cascina Clarabella - ha concluso Saraceno - andrebbe bene in tutto il resto del mondo. Perchè la psichiatria buona e' proprio questa, che sa dare i farmaci giusti e sa parlare ai malati. Le risorse devono stare fuori dall'ospedale, e anche la psichiatria deve stare fuori dall'ospedale. Le risorse ora sono in alto, e dovrebbero invece stare dove ci sono i bisogni: sul territorio, verso il basso. Non devono stare insomma nei letti''.

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