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venerdì 7 ottobre 2011

Testimonianze: La psicoterapia è l'incontro con sé stessi.

La psicoterapia è l’incontro con sé stessi. Ma è una persona nuova quella che dovrete prepararvi a conoscere e per quanto possiate ritenerlo un evento poco credibile, vi sorprenderà piacevolmente poiché viaggerete in una terra a voi piuttosto nota, ma la esplorerete con un’ “attrezzatura” diversa da quella comunemente adottata nella vostra quotidianità. C’è sempre un buon motivo per intraprendere una psicoterapia e tantissimi di voi lo sanno. Pochi lo fanno, di questi molti ne beneficiano.
Il successo di una psicoterapia equivale innanzitutto al valore che siete disposti a riconoscerle, perché se non è sufficientemente credibile ai vostri occhi, anche l’impegno che vi verrà richiesto mancherà del necessario sostegno.


Nessuno che può ritenersi felice, sereno o abbastanza “corazzato” può seriamente approcciarsi alla psicoterapia. E non è a loro, pertanto, che mi rivolgo. Piuttosto a chi, intrappolato nella spirale dell’ansia, della depressione e nel disagio di vivere gli eventi quotidiani e dolorosi (che inevitabilmente dobbiamo affrontare), può ritenere i termini “valore”, “impegno” e “successo” carenti di significato o del tutto inesistenti.
Nessuno mi smentirà se affermo che la sofferenza è una forza distruttiva che ci sfianca ogni giorno, indebolendoci. E ci infligge una pena severa da scontare: la solitudine, perché ci separa da tutto, mutilando ogni guizzo vitale, ridotto al silenzio.
Arrendetevi e prendete coscienza di questo, nulla è più deleterio che sottovalutare i danni che essa ci arreca. E’ difficile crederlo, ma la resa segna il primo importante traguardo per intraprendere questo nuovo percorso.
Se seguiterete a “stagnare” nelle vostre (o altrui) convinzioni: “in fondo esistono cose peggiori” oppure “chi non si aiuta da sé, nessuno lo può salvare”, negherete a voi stessi un fondamentale e sacro diritto, quello di compiere il ruolo che ciascuno di noi ha sulla terra: vivere consapevolmente per arrivare ad essere se stessi.
Esistere è un caso, vivere un privilegio. Non tutti ce l’hanno.
Sono malata di cancro. Quando ho intrapreso la psicoterapia ero perseguitata dalla paura di morire di questa malattia. Il panico e la depressione avevano “totalizzato” la mia esistenza, cancellando ogni traccia di me, dei miei affetti e persino dei miei pensieri.
Purtroppo molti episodi infelici hanno creato in me terreno fertile a quello stato “paralizzante” che genera la paura. La colonna sonora della mia vita (e quella di molti che adesso mi stanno leggendo). Ignorando di essere malata, ho compiuto un costante lavoro affinché modificassi la chiave di lettura degli eventi vissuti e le valutazione che ne avevo dedotte, riuscendo a demolire la poderosa fortezza che mi aveva da tempo imprigionata.
Quando il mio terapeuta ritenne opportuno cominciare a diradare le sedute, ebbi questa sentenza: avevo il cancro!
Durante i giorni seguenti ero completamente inebetita, capii realmente cosa significasse “sentirsi crollare il mondo addosso”. Ma in seguito e sino ad oggi (sono in attesa di un intervento chirurgico), ho preso coscienza di possedere quegli strumenti necessari per affrontare la mia malattia, che so di poter combattere. E’ fin troppo scontato affermare che sono gli eventi come questi, a farci scoprire il senso della vita, a misurare il dolore, ma la verità è che ogni sofferenza merita la giusta attenzione. Non piegatevi, regalandole voi stessi.
Vi verrà detto: “la psicoterapia è cambiamento”. Nessuno tra coloro che soffrono è disposto a credere di poter compiere questo miracolo. E’ assolutamente vero.
Nessun miracolo si potrà compiere, solo un graduale e costante processo che vi farà scoprire un essere nuovo.
Questo è un lavoro individuale, ma è un successo comune.
Non potrete sottovalutare la (malcelata) soddisfazione di chi vi ha condotto in questa esperienza. Rassegnatevi a condividere con il vostro terapeuta i meriti di questo traguardo. Nulla di ciò che è accaduto può non riguardarlo.
Ho incontrato una “guida” di particolari abilità, troppe per rassegnarsi di doverne fare a meno, ma gli farei un torto se presto non gli dimostrassi quanto sia stato efficace e come possa vivere “senza”.
Il mio futuro lo guardo con la speranza e seguo fiduciosa il mio cammino perché so dove mi condurrà.

scritto dalla signora D.G. (anni 45)

fonte: mentesana.it




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