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martedì 25 ottobre 2011

Depressione post parto: colpisce 1 papà su 10 di Marta Buonadonna

Se ne parla da anni, il fenomeno è noto (ne avevamo anche già scritto su panorama.it), è sulle sue dimensioni che gli scienziati sembrano non trovare accordo. Uno su mille o 5 su 10, quanti sono i padri che vengono colpiti da una qualche forma di depressione alla nascita del loro bebè?

L’ultima ricerca, appena pubblicata su un numero della prestigiosa rivista Jama interamente dedicato alla salute mentale, sostiene che a soffrirne è circa un papà su 10. Questa percentuale si otterrebbe però mettendo insieme sia i casi di depressione prenatale sia quelli di depressione post-partum.
I più colpiti sono i neopapà statunitensi (14,1 per cento contro una media dell’8,2 per cento nel resto del mondo). Quanto al periodo, c’ una notevole differenza tra un trimestre e l’altro. Mentre nei primi tre mesi di vita del neonato si nota la minor percentuale di papà depressi (7,7 per cento), il picco scatta tra il 3° e il 6° mese (ben 25,6 per cento). Forse, attenuatasi la gioia per l’arrivo del bebè, è questo il momento in cui si comincia a pagare lo scotto delle notti insonni e anche a realizzare che la vita non sarà più la stessa e che le attenzioni della mamma sono necessariamente tutte per il suo piccolo.
Analizzando i dati di 43 studi sulla depressione con oltre 28.000 partecipanti, gli studiosi della East­ern Virginia Medical School si sono resi conto che c’è una correlazione tra la depressione dei padri e quella delle madri, segno che quando una mamma manifesta i sintomi bisognerebbe tener d’occhio anche il papà.
“Alla luce di questi risultati e delle crescenti evidenze che la depressione paterna precoce possa avere sostanziali effetti sullo sviluppo emotivo e comportamentale del bambino“, ha commentato James Paulson, uno degli autori dello studio, “servirebbe uno screening molto più accurato della salute mentale dei neopapà”.
“La correlazione tra depressione paterna e materna ci dice anche che l’attenzione e gli sforzi per combattere la depressione dovrebbero sempre essere indirizzati alla coppia e la famiglia piuttosto che sul singolo genitore. Ricerche future”, conclude l’autore, “dovrebbero focalizzarsi sull’inizio e il decorso comune della depressione nei nuovi genitori. Anche per aiutare una diagnosi precoce e aumentare la nostra comprensione di quali rischi la depressione parentale comporti per i neonati e i bambini”.

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