Quello che vogliamo è che il
servizio continui e che la sua qualità possa rimanere tale, anzi essere
potenziato e migliorato. Da soli non siamo in grado di affrontare la cura dei
nostri congiunti – hanno sottolineato i parenti dei malati -. Vogliamo,
inoltre, che prima della fine del 31 gennaio gli operatori vengano liquidati
visto che avanzano non meno di 8 mensilità arretrate e a tutt’oggi vengono
nelle nostre case a loro spese. Alcuni di loro hanno avuto anche degli
incidenti stradali, rimettendoci anche la propria autovettura. Non sarà facile
abituarsi a nuovi operatori in special modo per i nostri parenti malati visto
che ormai da quasi dieci anni si era instaurato un rapporto di reciproca
fiducia e stima. Facevamo parte tutti della stessa famiglia – hanno concluso i
parenti -». Ma andiamo con ordine. Il 29 dicembre 2011 i vertici dell’Asrem
comunicano alla cooperativa Css che dal primo gennaio 2012 l’assistenza
domiciliare ai malati di Alzheimer sarebbe passata sotto la gestione dei piani
di zona che coincidono con i distretti sociosanitari. Il 2 gennaio 2012, a
seguito anche della presa di posizione e dell’incertezza che aveva invaso sia
gli operatori socio-sanitari sia i parenti dei malati, l’Asrem proroga
l’assistenza domiciliare per un ulteriore mese, vale a dire fino al 31 gennaio
2012. In tale data il progetto sperimentale, di durata quasi decennale e che ha
coinvolto circa 100 famiglie su tutto il territorio regionale, sparirà nella
sua attuale veste è sarà inglobato e gestito nei servizi offerti all’intero dei
piani di zona e in ogni singolo distretto socio-sanitario. In poche parole
l’assistenza domiciliare rimarrà, ma cambierà la gestione ed entreranno altre
cooperative nella sua gestione. A tal proposito nel pomeriggio di ieri, da
alcune indiscrezioni, sembrerebbe che nella sede dell’Asrem si sia svolta una
riunione apposita con alcune cooperative proprio per riformulare e rimodulare
il servizio dell’assistenza domiciliare ai malati di Alzheimer secondo le nuove
direttive. Secondo tali indiscrezioni, per esempio, gli operatori della
cooperativa Css, che fino ad oggi hanno assicurato la continuità del progetto
sperimentale in tutta la regione Molise, dal primo febbraio dovrebbero gestire
il servizio solo nei distretti Campobasso-Trivento, Riccia-Bojano e Isernia.
Gli altri rimanenti, Termoli, Larino, Venafro e Agnone, saranno affidati ad
altre cooperative che hanno nel proprio organico professionisti ed operatori
sanitari formati ed atti allo svolgimento dell’assistenza domiciliare ai malati
di Alzheimer. Nessun taglio, dunque, almeno in apparenza, ma un miglioramento
del servizio stesso ed una più dettagliata suddivisione dello stesso per
offrire una maggiore qualità. «Quello che non vogliamo assolutamente è vivere
nell’incertezza e nel dubbio. In questi lunghi anni in cui siamo stati
assistiti dal progetto sperimentale ne abbiamo passati di momenti critici, ma
vorremmo che da oggi le cose potessero solo igliorare – hanno dichiarato i
parenti dei malati -. Noi, per così dire, ci possiamo ritenere fortunati perché
siamo riusciti ad entrare nell’elite delle 100 famiglie assistite, ma
conosciamo tanta gente che da anni attende di poter usufruire dell’assistenza
domiciliare e che non riesce più a far fronte a tutte le esigenze che un malato
di Alzheimer porta con se. Il nostro appello ai vertici dell’Asrem e alle nuove
cooperative che dovrebbero entrare nella nuova gestione è di porsi una mano
sulla coscienza e di perseguire nella missione di prendersi cura delle fasce
più deboli della popolazione che già per svariati motivi non stanno
attraversando un momento molto felice della propria esistenza».
Rete della Salute Mentale Campobasso."Basta poco .... quel poco però che è tanto" (tratto da "Commedia Rock" dell'Associazione Utenti "Liberamente Insieme")
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venerdì 27 gennaio 2012
Assistenza domiciliare ai malati di Alzheimer: da febbraio si cambia.
CAMPOBASSO. Ha destato un forte sentimento di preoccupazione e di
smarrimento, nelle famiglie in cui vive un congiunto affetto dal morbo di
Alzheimer, che il servizio dell’assistenza domiciliare effettuato dagli
operatori sanitari della cooperativa Css fosse sospeso dal prossimo 31 gennaio.
Smarrimento che, poi, è aumentato perché i familiari hanno saputo la notizia
solo qualche giorno fa in maniera indiretta e non ufficiale da alcuni operatori
sanitari. «Il nostro più grande timore è quello di rimanere senza operatori ed
essere ulteriormente abbandonati a noi stessi. Perché l’Asrem o la cooperativa
Css non ci hanno comunicato ufficialmente questa decisione – hanno ribadito
alcuni parenti dei malati – visto che la decisione era già stata presa alla
fine del mese di dicembre? Perché abbiamo dovuto sapere la notizia quasi per
caso dagli operatori dell’assistenza domiciliare?
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