Ormai è passato quasi un anno dall’apertura del Centro Socio Educativo ‘G. Palmieri’ in località Selva Piana a Campobasso. Progetto nato dalla collaborazione tra Comune di Campobasso, Asrem e Regione Molise. Un anno di attività che ha raccolto il consenso di utenti, familiari e della città. E per ricordare l’importanza di un progetto che, ad oggi, accoglie quattordici utenti con disagi gravi, la SIRIO Società Cooperativa Sociale, gestore del centro, ha pensato di dar vita ad un cortometraggio dal titolo ‘Alice nel centro delle meraviglie’ la cui prima si terrà il 28 maggio, alle ore 17,30, presso la sala convegni della Biblioteca Albino in via D’Amato. Lo spunto? “La necessità di condividere con tutti l’esperienza che ci ha arricchiti per una anno e la speranza di avviare una serie di riflessioni sul progetto stesso in occasione dell’imminente scadenza di metà giugno”. A parlare è la responsabile, la dottoressa Anna Mary Marino.
Un anno di attività ed il riconoscimento
di utenti e familiari. Cos’è, in sintesi, il centro socio educativo ‘G.
Palmieri’?
E’ un centro nato per dare una risposta chiara ad
una necessità evidente per gli utenti ed i loro familiari: ovvero un punto di
riferimento per chi vive problematiche legate a ritardi mentali che, sotto il
punto di vista epidemiologico, sono patologie rilevanti.
A chi è rivolto il servizio?
A quattordici utenti. Badi, il limite massimo è
stabilito dal progetto, appaltato dal Comune di Campobasso, e da limiti dovuti
alle dimensioni della struttura e al numero di operatori. Ma, in effetti, le
richieste sono molte di più: esiste già una lista di attesa per eventuali
successivi ingressi.
Quali sono le attività svolte nel centro
dagli utenti?
Premetto che ogni azione è individuata e
differenziata sulla base dei bisogni rilevati e delle potenzialità dei singoli.
Lo scopo, di base, è il raggiungimento dell’autonomia personale, il
potenziamento del bagaglio di abilità e la facilitazione di relazioni
interpersonali che favoriscano l’interazione, altrimenti difficile. Le attività
laboratoriali interne (teatro, creatività, pittura e riciclaggio, informatica,
letto-scrittura e matematica, ambiente) sono affiancate da attività
esterne, che coinvolgono anche scuole
come l’ITIS (progetto di informatica), il Conservatorio di Musica “L. Perosi”(progetto di musica), il Cus (progetto sport), attività di
ippoterapia.
Poi ci sono i familiari…
Certo. Il centro coinvolge in maniera diretta i
familiari dall’inizio del progetto. I
familiari sono costantemente informati di tutti i processi organizzativi, sulla
programmazione e sulla progettazione individuale di ognuno. Offriamo loro la garanzia di supporto anche nella relazione con i servizi sanitari
pubblici come i Centro di riabilitazione
ed il Centro di Salute Mentale. Inoltre la proposta di gruppi di auto
mutuo aiuto completano un’interazione che è assicurata da costanti riunioni
finalizzate alla condivisione ed all’informazione sui percorsi da attuare.
Un percorso, in un certo senso,
innovativo che ha il suo punto di forza…
…in una linea ben chiara, scelta dalla cooperativa
Sirio, per questo come per tutti i progetti/servizi che gestisce. Un alto
livello di professionalità sia amministrativo - gestionale che d’offerta
diretta all’utenza, ottenuto attraverso un’attenzione particolare al metodo ed
alle professionalità investite. I nostri educatori, gli assistenti sociali, gli
psicologi, gli operatori sociosanitari, sono parte essenziale di una rete
capace di esaltare le caratteristiche di ognuno e di dare, così, una risposta
puntuale alle esigenze di utenti e familiari.
E ora facciamo il punto.
Già. L’evento del 28 maggio avrà questa ed un'altra
funzione. Innanzitutto sarà l’occasione per presentare il cortometraggio
realizzato in collaborazione con il regista Willy Mussini. Un lavoro che
coinvolge gli utenti nell’espressione di un benessere derivante dalla
soddisfazione di alcune necessità a cui il centro sopperisce. Non mi faccia
rivelare la trama, sarà una sorpresa. L’unica cosa che posso dire è che
l’approccio è stato distante anni luce dall’ottica pietistica. Poi faremo il
punto della situazione, condividendo con i cittadini, i familiari e le
istituzioni i percorsi attuati in quest’anno di progetto.
Il passo successivo?
E’ la speranza di sensibilizzare soprattutto le
istituzioni alla necessità che un progetto di questo tipo possa diventare una
risposta permanente almeno per i soggetti coinvolti in quest’anno.
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