Le/i sottoscritte/i, a titolo individuale od a nome delle associazioni presenti alla V Conferenza della Rete Regionale Toscana Utenti Salute Mentale “Verso un Coordinamento Nazionale degli Utenti della Salute Mentale”, condividono il progetto presentato in tale sede.A mezzo secolo dall’inizio dell’esperienza basagliana di smantellamento delle istituzioni manicomiali, è ormai matura l’esigenza di una rappresentanza nazionale autonoma degli utenti della salute mentale, capace di rappresentare chi vive in prima persona tali problematiche e le connesse esigenze di cura e costruzione di percorsi di inclusione sociale. E’ incomprensibile che, a differenza della maggioranza degli utenti del servizio sanitario nazionale, gli utenti della salute mentale siano ancor oggi considerati in gran parte dei casi come oggetti passivi di trattamenti, e non come autonomi soggetti di percorsi di vita e di cura.
Come hanno affermato le Linee guida per la salute
mentale emanate dal Ministero della Sanità nel 2008, e più recentemente la
dichiarazione dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS con il documento
«L’empowerment dell’utente nella salute mentale» del 2010, «le persone
dovrebbero essere spinte a promuovere la loro stessa salute, interagire
effettivamente con i servizi per la salute mentale ed essere parte attiva nel
controllo della malattia». E’ questo il significato del concetto di
empowerment, il cui elemento centrale è «la sfida al controllo e
all’ingiustizia sociale attraverso i processi politici, sociali e psicologici
che rendono evidente il meccanismo di controllo, le barriere strutturali e
istituzionali, l’esasperazione delle norme culturali e sociali che impediscono
alla gente di combattere efficacemente l’oppressione interiore».
Si pone quindi la questione della partecipazione degli
utenti alla dimensione del potere, «in termini di diritti all’autonomia e al
libero arbitrio, dei servizi accettabili e accessibili, la possibilità di
valutare il livello dei servizi da parte degli utenti, il diritto di ognuno di
questi ad essere identificato quale persona cosciente in ambito giuridico senza
alcuna discriminazione, l’accettazione dei disturbi mentali e infine servizi
più completi e rispettosi con il pieno coinvolgimento degli utenti e degli
operatori».
L’associazionismo degli utenti non nasce in
contrapposizione. In primo luogo nei confronti degli operatori dei servizi
pubblici, che sono una realtà necessaria: gli utenti hanno anzi bisogno di
servizi di qualità, con operatori professionali e motivati. Le critiche ai
servizi sono rivolte ai loro limiti, alle mancanze di professionalità ed etica,
all’eccessivo paternalismo, alle carenze di risorse ed alle intollerabili
tracce del passato (dal contenimento fisico all’abuso delle terapie
farmacologiche, espressioni della mancanza di rispetto ancora usata da alcuni
operatori, anche in ruoli importanti). Parimenti le associazioni di utenti non
intendono contrapporsi a quelle di familiari, conscie di condividere una
sofferenza comune. Non contrapposizione quindi, ma autonomia: vogliamo
affermare il passaggio inarrestabile da oggetti a soggetti protagonisti di
problematiche intime, vissute in prima persona, per dare voce al superamento
dello stigma che vuole gli utenti come incapaci di intendere e di volere, privi
di diritti di cittadinanza, ridotti a problema di ordine pubblico. Le violenze
ancor oggi perpetrate in alcuni servizi, la permanenza in alcuni Dsm di
procedure contenitive o traumatiche (mascherate da una supposta
“sperimentalità”, oppure celate dietro un formale adeguamento alla riforma del
1978), le negligenze e le colpevoli carenze di risorse, economiche e di
personale, sono l’unico obiettivo della nostra contrapposizione.
Intendiamo partire con un coordinamento nazionale,
costituito su basi federative e paritarie, aperto alle diverse esperienze che
si sono costituite ed a quelle che lieviteranno in futuro, speriamo sempre più
numerose. Associazioni prevalentemente di utenti od associazioni miste di
utenti o singoli utenti. Ognuna con la sua pratica locale da mettere a
confronto in una sede nazionale per crescere insieme. Realtà e persone che
lavorano sull’auto-mutuo-aiuto e sulla costruzione di una nuova cultura
dell’accoglienza, che operano sui problemi della residenzialità o del lavoro,
sul sostegno legale o terapeutico. Con una regola: l’autonomia ed il diritto di
proposta e di decisione riservati in prima persona agli utenti della salute
mentale, siano essi seguiti dai servizi pubblici o non collaboranti.
I rapresentanti delle regioni approvano il documento.
Il 21 aprile 2012, alle ore 13,00 Firenze
Nominativi del coordinamento nazionale:
Friuli Venezia Giulia Sig. Pino Apollonio (Trieste)
Piemonte Sign.ra Alessia Panfini (Torino), Sig. Federico
Origlia (Torino)
Emilia Romagna Sign.ra Paolo Relandini (Modena)
Lombardia Sign.ra Albergoni Tiziana, Sign.ra Ferrari Romina
Crema (CR)
Liguria Sig. Stefano Bianco (La spezia),Sign.ra Elena
Stefanini (La Spezia)
Toscana Sign.ra Mariagrazia Bertelloni Massa(MS),Sign.ra
Franca Izzo (Livorno), Sig Roberto Pardini (Pisa)
Lazio Sig. Luca Papandrea (Ostia), Sig. Giancarlo Colasurdo
(Roma)
Marche Sig. Maurizzo Silvestrelli (Ancona),Sig. Mimoza
Hametaj
Molise Sig. Alfredo Garofalo (Campobasso), Sig. Mauro Carino
Campania Sig. Giuseppe di Lello (Napoli)
Basilicata Sig. Matteo Querro, Sig. France Petralla (Matera)
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