Coinvolgimento delle istituzioni e dei soggetti della Rete al fine di attivare progetti e percorsi che siano di reale promozione, lotta allo stigma e implementazione di quanto già in essere. Questo quanto emerso dalla riunione della Consulta per la tutela della Salute Mentale di Campobasso tenutasi ieri a palazzo San Giorgio. Un incontro partecipato che, in prima istanza, ha registrato l’assenza proprio delle istituzioni. “La loro latitanza ci mortifica”, hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni dei familiari e degli utenti. Una mancanza colmata, almeno in parte, in corso d’opera allorquando il consigliere comunale Pasquale Terzano ha mostrato la sua disponibilità a recepire le istanze e farsene portavoce presso l’amministrazione cittadina. Stessa opera garantita, in loco, dalla presenza del consigliere regionale Riccardo Tamburro.
Due importanti interlocutori cui ricordare quanto in
sospeso e quanto possibile ancora in un ambito spesso dimenticato o associato
alla sola patologia. Presieduta dal presidente Sergio Di Vico,
coadiuvato dal vice Antonio Barrea, la seduta ha sottolineato proprio
questo principio. E lo ha fatto partendo dalla constatazione di come il nuovo
Centro di Salute Mentale di Campobasso “sia ormai una realtà affermata ma
che – ha spiegato il presidente – deve essere potenziata attraverso
canali già attivi”. Concetto ribadito e rafforzato dal direttore del
Dipartimento di Salute Mentale, Franco Veltro: “Il Csm non è un luogo
che ospita qualcuno, bensì una struttura cui ruotano attorno 2.500 persone
all’anno, di cui 7-800 con disturbi gravi. Se a questi numeri uniamo quelli dei
familiari, allora la portata del tutto è chiara”.
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