Per prima cosa le faccio gli auguri e le chiedo: dieci anni non sono pochi specie
se vissuti quotidianamente sul filo della diversità. Presidente Buccino come è
nata l’idea Laboratorio Aperto e cosa significa esserne il presidente.
La ringrazio per
gli auguri che chiaramente considero estesi a tutti i soci e collaboratori
della rete. Laboratorio per la salute
mentale Aperto alla cittadinanza, dieci anni fa, nasceva come struttura per l’interazione dei diversi elementi del
processo di aiuto verso la disabilità psichiatrica e la cooperativa Laboratorio
Aperto ha mosso i primi passi all’interno di questo progetto sostenuto da un
protocollo di intesa interistituzionale. Dal 2007 la Cooperativa ha scelto di
avviare percorsi virtuosi tesi a strutturarne l’assetto di impresa sociale,
autonoma sotto il punto di vista amministrativo e gestionale ed in una ottica
di collaborazione con le istituzioni piuttosto che come ricettore di aiuti
pubblici. La finalità di questa scelta è stata quella di proporsi sul mercato
facendo tesoro della formazione continua che molti soci avevano ricevuto sulla
produzione di artigianato artistico nei primi anni di attività. L’evoluzione dei mercati ed il modificarsi dei
bisogni dei nostri soci hanno portato ad
ampliare lo spettro di azione a nuovi “rami d’azienda” per cercare di dare
risposte a più persone e per differenziare la proposta commerciale, elemento
che abbiamo ritenuto necessario, per sopravvivere ai “tempi che corrono”.
Essere
presidente della cooperativa laboratorio aperto a Campobasso è come vivere in una stanza fatta di specchi, è molto luminosa
ma non ti permette di nascondere niente a te stesso. Significa crescere ogni
giorno cercando di scremare il superfluo,cercare risorse ovunque, confrontarsi
quotidianamente con tutti i soci e ricevere continui feedback positivi e
negativi dall’assemblea con la quale si condividono tutte le azioni e progetti.
Per me essere presidente di questa cooperativa ormai è una scelta di vita fatta
di immense soddisfazioni umane. E’ una risorsa poter essere a contatto con professionisti, amministratori e persone che
raccontano la loro vita e che costruiscono il mondo che li circonda. In quattro parole il
ruolo che prevalentemente ricopro è quello di una continua programmazione,
mediazione tra le parti, scelte importanti e rinunce doverose.
In questi dieci anni tante sono state le iniziative
intraprese ma se dovesse citarne e ricordare la più significativa Lei quale
direbbe?
Questa è una
domanda difficile. Se la prospettiva è sempre quella di crescere, mettendo in
discussione le certezze attraverso il confronto orizzontale per potenziarle o
sostituirle con paradigmi più efficaci, l’ultima è sempre la migliore. Da sei
mesi siamo l’ente gestore del “Centro per l’integrazione socio lavorativa di
pazienti psichiatrici” progetto dell’ASReM su fondi della Regione Molise,
assessorato alle politiche sociali e del lavoro. Nell’ambito di questo progetto
articolato su diverse attività socializzative e lavorative, proprio la
settimana scorsa sono stati assunti, da aziende locali, due utenti del
Dipartimento di Salute mentale dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. Altri
dodici utenti stanno seguendo percorsi finalizzati, si spera, ad una assunzione
entro giugno. E’ doveroso ringraziare le aziende locali che hanno ospitato i
tirocinanti dimostrando , almeno nel loro caso, che lo stigma e il pregiudizio
verso persone con disabilità psichiatriche è stato ampliamente sostituto dalla
realtà dei fatti: la normalità come punto di vista.
Se la prospettiva è invece quella di
decontestualizzare all’allocazione temporale l’intervento, una iniziativa
estremamente significativa è stato il percorso fatto con l’Albania all’inizio
di quest’anno. Nell’ambito del progetto WHCB Balcani in collaborazione con il
Gal Molise verso il 2000, Regione Molise, ASReM / DSM-CB, finalizzato a
pratiche utili alla deistituzionalizzazione degli ospedali psichiatrici a in
Albania, siamo andati con i soci dell’associazione degli utenti dei servizi
psichiatrici:“Liberamente Insieme” a Skutari dove si è organizzato un
triangolare di calcetto tra squadre miste di operatori e utenti di Campobasso e
Skutari. In questa occasione noi operatori e gli stessi utenti abbiamo potuto
incontrare i nostri “alter ego” albanesi dove sono ancora in uso metodi
contenitivi per la cura della malattia psichiatrica. Questo incontro ci ha
riempito immensamente a tal punto da far scaturire un cortometraggio: Messaggio
di speranza, che consiglio di vedere…
Non posso
dilungarmi troppo ma tra le iniziative rilevanti devo assolutamente citare anche il decoro del
reparto di psichiatria dell’ospedale di CB con affreschi in trompe dù l’eil, il
cortometraggio “Commedia Rock”, il totem dei sentimenti piacevoli in piazza
Cuoco a Campobasso…
Cooperativa Laboratorio Aperto come il nome rammenta
ha cercato di interagire non solo con tutto quel mondo che si riconosce nella
salute mentale ma si è aperto, appunto, con
tutto un mondo che fa delle iniziative di sensibilizzazione sociale, il bene
comune nel senso più ampio del termine,
la sua attività principale. Quali risultati sono stati ottenuti da
questa reciproca contaminazione?
Ricordo uno
spettacolo a cui partecipai, c’era un momento in cui nel cerchio c’era qualcuno
che simulava un cedimento ma non riusciva a scendere giù a terra perché
sorretto da tutti gli altri . Noi che comunque, come esseri umani, abbiamo
necessità di una formazione costante abbiamo scelto la tecnica del “fare
assieme” e nella continua ricerca di collaborazioni e sinergie abbiamo cercato
di “fare assieme” a molte altre realtà, iniziative di ogni tipo. Il risultato è
che durante il cammino c’è il naturale incontro/scontro con l’altro dal quale
prendi molto ed al quale dai qualcosa di tuo. Nel fare qualsiasi cosa utile
alla nostra mission siamo convinti di aver lasciato un messaggio, una
metodologia, una speranza. Esempio che mi ha colpito molto è quello di aver
incontrato delle persone che non conoscevo e che indossavano le nostre tshirt
con la frase: un giorno senza sorriso è un giorno sprecato e l’aver visto su un
social network una foto di due ragazzi sotto il totem dei sentimenti piacevoli
che recita: Guarda negli occhi la persona che ha fatto qualcosa di piacevole
per te e dille cosa hai provato. Secondo gli studi a cui facciamo riferimento
questi elementi dovrebbero (e speriamo che sia così) avere delle ricadute
rilevanti sui dati epidemiologici della salute mentale della comunità.
Ovviamente e banalmente l’ultima domanda guarda al
futuro. Come pensa che sia fra dieci
anni la Cooperativa Laboratorio Aperto?
Sarà adeguata ai
tempi che ci saranno, non nascondo una certa preoccupazione per i tempi che ci
aspettano, le dinamiche politiche e macro economiche che stiamo vivendo non
sono confortanti e significa che se adesso seminiamo due per raccogliere uno
dobbiamo essere pronti a migliorarci sempre più per far fronte alle necessità
del caso e sappiamo anche che avremo bisogno del sostegno di tutti. Abbiamo la
consapevolezza che stringendoci possiamo resistere anche al vento più freddo e che
se “anche dopo la notte più tormentata c’è l’alba” noi resisteremo con il pensiero costante che non
possiamo fare nient’altro che andare avanti. Ci sono diversi progetti in
cantiere ed una strategia strutturata per il medio/lungo termine e speriamo di
ampliare sempre di più le nostre attività.
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