Se ne parla da anni, il fenomeno è noto (ne avevamo anche già scritto su panorama.it), è sulle sue dimensioni che gli scienziati
sembrano non trovare accordo. Uno su mille o 5 su 10, quanti sono i padri
che vengono colpiti da una qualche forma di depressione alla nascita
del loro bebè?
L’ultima ricerca, appena pubblicata su un numero della prestigiosa rivista Jama interamente dedicato alla salute mentale, sostiene che
a soffrirne è circa un papà su 10. Questa percentuale si otterrebbe però
mettendo insieme sia i casi di depressione prenatale sia
quelli di depressione post-partum.
I più colpiti sono i neopapà statunitensi (14,1 per cento contro una media
dell’8,2 per cento nel resto del mondo). Quanto al periodo, c’ una notevole
differenza tra un trimestre e l’altro. Mentre nei primi tre mesi di vita del
neonato si nota la minor percentuale di papà depressi (7,7 per cento), il picco
scatta tra il 3° e il 6° mese (ben 25,6 per cento). Forse, attenuatasi
la gioia per l’arrivo del bebè, è questo il momento in cui si comincia a pagare
lo scotto delle notti insonni e anche a realizzare che la vita non sarà più la
stessa e che le attenzioni della mamma sono necessariamente tutte per il suo
piccolo.
Analizzando i dati di 43 studi sulla depressione con oltre 28.000
partecipanti, gli studiosi della Eastern Virginia Medical School si sono resi conto che c’è
una correlazione tra la depressione dei padri e quella delle madri,
segno che quando una mamma manifesta i sintomi bisognerebbe tener d’occhio
anche il papà.
“Alla luce di questi risultati e delle crescenti evidenze che la depressione
paterna precoce possa avere sostanziali effetti sullo sviluppo emotivo
e comportamentale del bambino“, ha commentato James Paulson, uno degli
autori dello studio, “servirebbe uno screening molto più accurato della salute
mentale dei neopapà”.
“La correlazione tra depressione paterna e materna ci dice anche che
l’attenzione e gli sforzi per combattere la depressione dovrebbero sempre
essere indirizzati alla coppia e la famiglia piuttosto che sul
singolo genitore. Ricerche future”, conclude l’autore, “dovrebbero focalizzarsi
sull’inizio e il decorso comune della depressione nei nuovi genitori. Anche per
aiutare una diagnosi precoce e aumentare la nostra
comprensione di quali rischi la depressione parentale comporti per i neonati e
i bambini”.
Fonte: http://blog.panorama.it/
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